giovedì 27 gennaio 2011

Riabitanti





Abbiamo pensato e riflettuto, riflettuto e pensato.
Abbiamo provato per anni a trovare delle giustificazioni alla vita che facevamo: sveglia, macchina/treno, ufficio, mensa, ufficio, macchina/treno, casa, ma non abbiamo trovare un motivo valido per tutto questo.

Quando quello che desideri è il contatto con la natura e dedicare il tempo al disegno, alla pittura, alla musica, alla scrittura, alla costruzione di se stessi in quanto uomini e donne, 
quando la tua giornata è per 8 ore e più davanti allo schermo di un pc, a fare cose che non ti interessano, 
quando le relazioni tra le persone intorno a te non ti sembrano autentiche e vedi alcuni cercare di prevaricare l’altro per affermarsi, altri sempre più spenti dalla rassegnazione
quando questa è la realtà quotidiana, la sensazione di non vivere diventa sempre più forte, l’insensatezza di tutto  diventa sempre più evidente. 

Nelle giornate e nei discorsi si insinua allora una vocina che suggerisce che questa non può essere l’unica soluzione per vivere e si inizia a cercare chi ha fatto una scelta diversa, a chiedersi se davvero lasciare il lavoro e non avere un reddito fisso, ma riprendersi la propria vita, è pericoloso come sembra.
Abbiamo deciso di cambiare le cose che non andavano bene, che non ci permettevano di essere totalmente, completamente liberi, felici. 

Abbiamo incominciato elencando le nostre priorità:
  • vivere nella natura,
  • vivere in un posto tranquillo,
  • disporre come vogliamo del nostro tempo per creare e crearsi.
Abbiamo visto che queste priorità, in fondo, non erano molte, che non desideravamo macchine di lusso e abiti firmati o cene in ristoranti chic.
Non dovevamo aspettare di essere ricchi (come se lavorando avessimo avuto la possibilità di diventarlo...) perché, a ben vedere, tutto quello che desideravamo era già li a portata di mano.  
Rischioso, si certo, ma non impossibile. 


I miei nonni sono originari di un piccolissimo paese sull'Appennino ligure, quasi disabitato, dove la gente ritorna solo d’estate. 
Non è un posto "glamour", non sono le colline toscane, né la dolce Provenza, né il famoso promontorio di Portofino a picco sul mare. 
E' montagna, sono zone isolate e impervie, soprattutto d'inverno.
Il Piano di Sviluppo Rurale le definisce "aree rurali con problemi complessivi di sviluppo", le più disagiate delle quattro presenti in Liguria.



Sono paesaggi selvaggi e per me bellissimi. Vi ho trascorso tutte le estati della mia infanzia e se c'è un posto al mondo in cui sento che ci sono le mie radici, sono queste valli sui monti.


Qui abbiamo una piccola casa che ha costruito mio nonno una trentina di anni fa, che con una bella stufa moderna e qualche lavoretto può diventare un nido accogliente. 
Non è la casa dei nostri sogni, ma è un inizio: non avere più un costoso affitto da pagare ogni mese ci permette di fare subito il grande passo.  
E ogni mattina ci sveglieremo aprendo le finestre sul verde dei monti.
Certo, abitare qui significa lasciare il lavoro e se per qualche mese potremo sfruttare i nostri (pochi) risparmi, poi sarà necessario trovare un modo per guadagnare quanto ci servirà per vivere.
E questo è un rischio, naturalmente.
Ma la posta in gioco per noi è così alta che vale la pena correrlo. 
Non voglio arrivare alla pensione sapendo di non aver provato a realizzare i miei sogni.

Abbiamo così deciso di lasciare gli ormeggi e salpare verso una nuova vita. 
Tra un mese lasceremo i nostri lavori per tornare al paesello.
Abbiamo deciso di diventare Riabitanti.

Questo blog vuole testimoniare la nostra avventura.

10 commenti:

Unknown ha detto...

Vivo da sempre in montagna, le poche volte in cui sono costretta a recarmi in luoghi affollati mi lasciano frastornata e nervosa.
Andare nella pur vivibilissima Udine è una tortura.
Capisco perfettamente l'esigenza di abitare nella natura, vivere le stagioni, vivere se stessi.
Dico sempre che quando apro la porta devo poter "mettere i piedi nel prato".
é passato un po' dal vostro inizio, ma io sono passata solo ora, e vi auguro buona avventura, sicura che è e sarà un successo :-)))
Una montanara friulana ;-)

Calendula ha detto...

Grazie! Vedo che ci capisci bene... Ad aprile sarà un anno tra i monti (più o meno viste le vicissitudini...), è bello continuare questa avventura.
Buone camminate sulle montagne friulane!

Denise ha detto...

Eccomi qui! Felice di conoscerti. Ho letto qui e piano piano leggerò anche il resto. Per il momento posso dirti che condivido molte cose ma noi non abbiamo ancora avuto il coraggio di prendere decisioni grandi come le vostre. Ma siamo sulla buona strada per un cambiamento. Intanto quest'anno cominceremo a sistemare una vecchia casa (solo muri) e poi ci trasferiremo. Si può dire a mezza montagna 700 metri. Credo che cambieranno tante cose, anzi lo spero, per il momento il più spaventato di noi è mio marito...Però ormai è tanto che desidero un cambiamento, non posso più aspettare tanto. A presto! Denise

Calendula ha detto...

Ciao Denise, piacere! Sembra di dover fare una cosa grandissima, ma poi diventa tutto molto naturale... anche se i momenti di sconforto e paura non mancano!
In bocca al lupo per il prossimo cambiamento, ti seguirò sul tuo blog.
PS
Ottima scelta quella di rimettere prima a posto la casa :-)

Angela ha detto...

Ciao,
posso sapere come si chiama il tuo paesino ?

Calendula ha detto...

Siamo nella zona del Parco Naturale del monte Antola. Preferiamo però non scendere più nel dettaglio. Scusa :-)

Anonimo ha detto...

Ciao, complimentissimi e tanti in bocca al cacciatore per la scelta coraggiosissima che avete fatto! E' un cambiamento radicale che spesso anche io e il mio compagno pensiamo di fare, ma non so se riusciremo mai a prendere questa decisione... la casa in montagna c'è, ma di cosa vivremmo? e voi? avete lasciato tutti e due il grigio lavoro di ufficio, ma di cosa vivete? risparmi? telelavoro? non avere uno stipendio fisso è la cosa che mi spaventerebbe di più... un abbraccio, Silvia

Calendula ha detto...

Ciao Silvia, capiamo bene la tua paura con cui ci confrontiamo quotidianamente. Per prima cosa abbiamo ridotto al minimo le nostre spese e per ora viviamo di risparmi. Nel frattempo stiamo cercando, con tutto l'impegno di cui siamo capaci, di costruirci dei lavori più vicini alle nostre passioni sia sfruttando internt sia muovendoci quando necessario nelle città vicine: il primo corso di massaggio infantile infatti lo terrò a Genova. Molto presto spero poi di inaugurare una sezione di questo blog dove mettere in vendita le cose che cucio (mei tai, fasce e bambole)e cercherò di trovare anche altri canali per venderle.
Siamo anche noi in fase di sperimentazione e la sicurezza che non c'è certe volte è uno stimolo, molte altre un peso da sopportare. Vedremo cosa porterà il futuro!

lastufaeconomica ha detto...

Incredibile questa vostra scelta e coraggiosissima di questi tempi.
Ma sicuramente il vostro legame è forte in modo tale da permettervi di cambiare radicalmente.
E' un po' tornare alle origini, ma è soprattutto per me riprendersi la propria vita.
Un mondo di auguri, continuerò a leggerti, sei uno sprone.

mammozza ha detto...

Ti sto scoprendo grazie al linky party di Topogina. Avete fatto una scelta coraggiosa e spero riusciate a coronorare i vostri sogni.